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 News 2015
 




 

“Acta apuana” all’ApuanGeoDay 2015: la ricerca scientifica tra risultati ottenuti e limitate risorse future
Presentation of two issues of the “Acta apuana” magazine on the occasion of ApuanGeoday 2015: the scientific research between the achieved results and limited resources in the future…

Una rilevante partecipazione di pubblico, raramente raggiunta in passato, ha qualificato l’appuntamento con l’ApuanGeoDay, nell’occasione organizzato presso l’Albergo Vallechiara di Levigliani di Stazzema. Quest’anno, L’evento è slittato da fine maggio al 12 dicembre scorso per celebrare, nel migliore di modi, l’ultimo appuntamento del Trentennale del Parco. L’ApuanGeoDay 2015 ha potuto così coincidere con la presentazione di due numeri monografici della rivista scientifica “Acta apuana”, entrambi dedicati ad argomenti di ricerca orientati al patrimonio geologico e alla geodiversità delle Alpi Apuane.
Il caso ha voluto che, nello stesso anno solare, siano state pubblicate due opere che rappresentano un vero compendio di più di un decennio di indagini approfondite e di attività gestionali connesse, con risultati scientifici di alto livello e di evidenza talvolta internazionale.

In effetti, il volume XI di “Acta apuana” raccoglie la sintesi di quanto ottenuto, a partire dalla fine degli anni ’90, con il monitoraggio dell’Antro del Corchia, che ha portato – tra l’altro – alla sorprendente scoperta di un archivio paleoclimatico di oltre un milione di anni e con pochi corrispondenti sulla faccia del pianeta. Allo stesso modo, il volume XII di “Acta apuana” pubblica il dossier Alpi Apuane, proprio nell’anno della rivalutazione quadriennale del Parco nella Global Geoparks Network e, soprattutto, del suo riconoscimento come “Unesco Global Geopark”, all’interno del neonato “International Geoscience and Geoparks Programme (IGGP)”.
Nelle intenzioni degli organizzatori, quella di sabato scorso doveva essere una giornata di festa e di soddisfazione per l’uscita di queste due opere e dei loro rilevanti contenuti, oltre a poter rappresentare anche un’occasione importante di rilancio di progetti di ricerca giunti a traguardi non sempre definitivi. In realtà, l’evento è riuscito sì a celebrare le pubblicazioni e ad illustrare compiutamente l’enorme lavoro preparatorio, ma la mancanza di una prospettiva futura ha reso agrodolce il bilancio della manifestazione.
Il tema ormai ricorrente della mancanza di ulteriori risorse per simili attività è già echeggiato negli indirizzi di saluto di Maurizio Verona, Sindaco di Stazzema, e di Virgilio Gay, Direttore del Sistema “Corchia Underground”. Il sottoscritto, chiamato poi ad introdurre gli interventi dei relatori, non poteva non raccogliere una simile sollecitazione, perché senza nuova conoscenza è impossibile intervenire in modo corretto su dinamiche complesse come i parchi, i geoparchi e gli ambienti sensibili quali le grotte naturali. Quanto pubblicato oggi su “Acta apuana” è l’ottimo raccolto di una buona semina avvenuta quindici anni fa, malgrado qualcuno avesse già chiuso il rubinetto dell’acqua da oltre tre anni, rischiando di far seccare tutto. 
Per fortuna, la crisi (o la scusa della crisi) non ha fermato l’impegno dei singoli che, in modo volontario e gratuito, hanno continuato lo stesso al di fuori dell’orario di lavoro o perché – raggiunta la quiescenza – si sono sentiti liberi da progetti, programmi e da formali carte dei servizi. La determinazione di persone così speciali nasce proprio dal loro incredibile attaccamento ad un’attività riconosciuta come inscindibilmente propria, da portare a termine comunque e ad ogni costo, magari con il solo sostegno della FST.
Anche gli interventi di Licia Lotti e Ilaria Baneschi non hanno nascosto i pericoli che gravano sul prosieguo delle ricerche, dopo aver ricordato la diversa situazione in cui è nato il monitoraggio dell’Antro del Corchia, con la giustezza degli obiettivi a suo tempo prefissati, la correttezza dei metodi applicati e la qualità dei risultati ottenuti. 
In due ore e mezzo di presentazioni e discussioni, numerosi sono stati gli stimoli e gli spunti d’interesse. Per brevità, ci limitiamo qui ad estrarre solo due temi meritevoli di essere ulteriormente studiati, nonostante le criticità dette sopra. In particolare, Leonardo Piccini ha indicato – riguardo agli aspetti idrogeologici – la necessità di capire meglio (se non di tentare di esplorare) il percorso sotterraneo dell’Antro del Corchia dall’attuale fondo fino alla propria risorgenza nei pressi di Cardoso. Infine, Francesco Mantelli ha ricordato la sorpresa della presenza rilevante di Uranio nelle sole acque stagnanti dei laghetti della stessa grotta, la cui ragione non è ancora del tutto chiara.
In ultimo, un ringraziamento particolare allo Staff del Geoparco – a parte gli assenti ingiustificati – per l’organizzazione esemplare dell’evento.

Antonio Bartelletti

(14 dicembre 2015)


Putamorsi: “L’Unesco ha premiato le attività del Parco, ma i tagli al bilancio possono vanificare questo risultato”…
Park President comments the last recognition in Paris: “Unesco rewarded the Park activity, but the budget cuts may frustrate this result in the next future”…

Alla domanda di quale futuro attenda il Parco o, meglio, il Geoparco dopo l’ultimo riconoscimento Unesco, il presidente Alberto Putamorsi tiene a precisare una questione preliminare: “Ho letto e ascoltato commenti e considerazioni sbagliati all’indomani del nuovo traguardo raggiunto in sede Unesco.
Alcuni hanno sostenuto che il premio è venuto grazie alla straordinaria bellezza delle Alpi Apuane e al loro elevato valore di ambiente e paesaggio.
In altre parole, si è voluto minimizzare il ruolo dell’istituzione Parco, facendo passare il messaggio che tutto è stato facile e scontato, grazie alla ricchezza naturalistica di queste nostre stupende montagne”.

“Non è affatto così!– prosegue Putamorsi – perché, anche in Italia, ci sono parchi e territori di più consistente patrimonio geologico, che non hanno ottenuto il titolo di Unesco Global Geopark, pur avendo tentato l’esame di ammissione. Non discuto l’importanza della biodiversità e geodiversità delle Apuane, ma questa condizione, oltre modo positiva, non è di per sé sufficiente per raggiungere e conservare questo titolo”.
Il presidente ha poi voluto ricordare come l’Unesco ha altri programmi e progetti che valutano soltanto l’entità del patrimonio culturale e/o paesaggistico e/o ambientale. Lo sono – ad esempio – la lista dei luoghi riconosciuti come patrimonio dell’umanità e le riserve della biosfera. In effetti, il nuovo International Geoscience and Geoparks Programme (IGGP) dell’Unesco prosegue le linee d’azione e conferma la strategia generale del Global Geoparks Network. Gli obiettivi principali e le verifiche di risultato sono di tipo gestionale e ruotano intorno alla capacità dei territori a gestire i propri geositi e il proprio paesaggio con un approccio olistico nella tutela, educazione e sviluppo sostenibile, sempre attraverso il coinvolgimento delle comunità locali.
Dopo la premessa e il comprensibile sfogo, rinnoviamo a Putamorsi la domanda sul futuro prossimo del Parco/Geoparco. “Non abbiamo avuto neppure un attimo di serenità per gustare questo traguardo come dovuto. La soddisfazione è stata subito soffocata dalle notizie, per ora ufficiose, che ci sono giunte da Firenze. Se fossero confermate le indiscrezioni, già dal 2016 potremmo subire un taglio nei trasferimenti di Regione ed enti locali che superebbe il 15%, se non di più. Con questa prospettiva, il Parco non riuscirebbe neppure ad affrontare le spese fisse del personale e del funzionamento ordinario degli Uffici. Figuriamoci che fine farebbero la promozione turistica, i servizi d’informazione, l’educazione ambientale e il cofinanziamento degli investimenti, così pure la ricerca, la conservazione e i monitoraggi ambientali”.
Putamorsi passa infine al problema Geoparco Unesco: “il riconoscimento di Parigi, della scorsa settimana, è la summa di anni di lavoro e della costruzione di una rete di strutture e di relazioni sul nostro territorio. Anche se i costi sono veramente contenuti, la gestione dei servizi e delle strutture ha comunque bisogno di risorse e sostegno pubblico, perché l’autosufficienza non può esistere sulle Apuane. Se qualcuno chiude il rubinetto, dove già arriva un filo d’acqua, il risultato sarà scontato: nessuna attività, nessun intervento… e addio Parco e Geoparco Unesco”.

Antonio Bartelletti

(30 novembre 2015)


“Habemus templum!..”: le Alpi Apuane sono oggi un “Unesco Global Geopark” e possono usare il prestigioso simbolo
Global Geoparks become Unesco sites. In Paris, the General Conference of Unesco approves the new statutes of the International Geoscience and Geoparks Programme (IGGP). Now, the Apuan Alps are a “Unesco Global Geopark” and can use the temple symbol.

Il 17 novembre 2015 dovrà essere ricordato come una data storica per il nostro Parco e per le altre 119 aree mondiali che condividono la stessa missione. In una Parigi ancora sconvolta dagli attentati terroristici di venerdì scorso, la Conferenza Generale dell’Unesco ha voluto premiare la Rete Globale dei Geoparchi e, con essa, le Alpi Apuane, dopo un lungo percorso di validazione del lavoro svolto e di verifica del livello organizzativo raggiunto. Fino a ieri, questo sistema originale ed innovativo di promozione del patrimonio geologico – cresciuto lentamente dal basso in ogni angolo del pianeta – ha lavorato “sotto gli auspici dell’Unesco”, in un rapporto provvisorio e sperimentale con la stessa agenzia delle Nazioni Unite.

Da oggi, le Alpi Apuane e gli altri 119 Geoparchi mondiali sono entrati a pieno titolo e dalla porta principale della sede centrale di place de Fontenoy. Da oggi, ognuno di loro assume la denominazione legale ed ufficiale di “Unesco Global Geopark”.
La Conferenza Generale, con i suoi 195 paesi membri, ha dunque ratificato lo statuto del nuovo “Programma internazionale Geoscienze e Geoparchi” (IGGP), esprimendo così il proprio riconoscimento convinto per una gestione integrata ed olistica di eccezionali siti e paesaggi geologici.
Tra le novità del prossimo futuro segnaliamo la possibilità per il Parco delle Alpi Apuane di potersi fregiare del logo dell’Unesco in una combinazione con il logo specifico del nuovo Programma internazione, come prefigurato nell’immagine qui allegata. Anzi, l’Unesco desidera incoraggiare tutti i Geoparchi mondiali ad usare, per le proprie attività, questi due loghi uniti, con l’obiettivo esplicito di promuovere la visibilità e il raggio d’azione dell’IGGP.
L’uso del logo è comunque legato a precise disposizioni, che è bene ricordare da subito, onde evitare fraintendimenti ed “incidenti diplomatici”:
- è soggetto ad autorizzazione ufficiale scritta da parte dell’Unesco;
- non deve subire alcuna modifica grafica o testuale rispetto a quello ufficialmente assegnato;
- è escluso ogni suo uso per fini commerciali, tenendo conto che la vendita di beni e servizi, rivolti al profitto, è considerata un fine commerciale;
- è utilizzabile dal Geoparco per le proprie attività ed è negata ogni possibilità di impiego da parte di soggetti terzi.

Un'ultima considerazione prima di chiudere.
Non può essere sfuggito che l’esordio di questo nuovo Programma internazionale, a favore di Geoscienze e Geoparchi, cada proprio in un anniversario importante per l’Unesco. La coincidenza di date e il significato di eventi apparentemente lontani, spinge a meditare su quanto accaduto di nuovo 70 anni dopo. Il 16 novembre 1945, all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale, 20 paesi usciti dal terrore e dagli orrori della guerra fondavano l’Unesco con un mandato semplice e chiaro: costruire la pace e la comprensione tra le nazioni e gli uomini, attraverso l’educazione, la scienza e la cultura. 
Quanto accaduto a Parigi il 13 novembre 2015 dimostra come la lezione del 1945 non sia servita a tutti e che c’è ancora molto da fare per i diritti umani, le libertà fondamentali, il rispetto universale della giustizia, lo stato di diritto, le relazioni tra i popoli…
È pur vero che i Geoparchi non cambieranno da soli il mondo… ma possono contribuire a farlo…

Antonio Bartelletti

(18 novembre 2015)


Alberto Putamorsi: “Ancora Geoparco, malgrado tutto…”
Alberto Putamorsi, Park President, comments the recent revalidation within the Global Geoparks Network: “It is still Geopark, despite everything…”

“Prima di commentare questo successo abbiamo atteso il verdetto definitivo di sabato scorso, che l’Unesco ha reso finalmente pubblico in Giappone”. Così esordisce Alberto Putamorsi, Presidente del Parco, all’indomani dell’ultimo passaggio formale, che conferma l’area protetta delle Alpi Apuane all’interno della Rete Globale dei Geoparchi. “Eravamo e rimaniamo un territorio d’importanza mondiale per la conservazione e la promozione del patrimonio geologico – continua Putamorsi – L’Unesco ha di nuovo riconosciuto e certificato questo, dopo aver condotto una puntuale e scrupolosa verifica alla fine del primo quadriennio di attività”.
Il Presidente ci tiene a spiegarsi meglio: “A giugno sono venuti da noi i Valutatori, come prevede la normale procedura di rivalutazione della Rete Globale.

Un Gallese e un Giapponese. Gente esperta e capace di vedere con i propri occhi la situazione nelle Apuane. Con loro abbiamo trascorso cinque giorni intensi di incontri ed escursioni nel Parco senza tralasciare nulla, dalle eccellenze ambientali alle criticità legate alle cave di marmo e ai ravaneti”.
Lo stesso Presidente non nasconde la soddisfazione e c’è una punta di orgoglio nelle sue parole: “Ho provato un immenso piacere quando ho letto nel volto dei Valutatori l’apprezzamento sincero per la nostra organizzazione e per il modo in cui gestiamo le strutture d’accoglienza e i percorsi illustrati. Uno speciale stupore l’ho percepito soprattutto quando hanno visitato l’ApuanGeoLab di Equi Terme e la GeoPark Farm di Bosa di Careggine”.
Putamorsi coglie l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe: “Al primo approccio con i Valutatori ho avuto la netta sensazione che il loro mandato avesse anche una speciale finalizzazione, oltre il normale compito d’istituto. Dalle loro domande e dalle richieste più ricorrenti ho bene intuito che dovevano indagare sul fenomeno estrattivo in modo particolare”. 
Il Presidente è chiaro su questo punto: “Il perché di questo loro speciale mandato è presto detto. Negli ultimi mesi sono fioriti dossier contro il Parco/Geoparco, che sono stati inviati per tutta Italia e tutta Europa. La Rete dei Geoparchi e l’Unesco ne hanno ricevuti diversi, spesso colmi di errori e di esagerazioni, se non di falsità. In quelle pagine oscure e piene di livore abbiamo letto di tutto. Persino di trasformazioni ambientali che vengono addebitate al mancato controllo o all’insensibilità del Parco. Nulla di più falso, perché la stragrande maggioranza di questi eventi è avvenuta fuori dai confini del Parco o prima che il Parco esistesse o comunque in periodi precedenti al riconoscimento come Geoparco”.
Per Putamorsi l’obiettivo è chiaro: “Conosco i nomi, i cognomi e le sigle di questi professionisti dell’autolesionismo. Evidente ed assurdo è pure il loro intento. Creare un danno al Parco di evidenza sovranazionale per ottenere un cambiamento di leadership nella presidenza e di composizione negli organi”.
Ultimo commento finale: “Per fortuna ci sono ancora persone capaci di separare il grano dall’oglio… e di distinguere il falso dal vero… e, malgrado tutte le scorrettezze, siamo ancora Geoparco”.

Antonio Bartelletti

(24 settembre 2015)


120 Geoparchi nel Mondo: le Apuane continuano ad esserci…
In Japan Unesco decided to include 9 new members in the Global Network; now the Geoparks reaches up to 120 units in the World. China is the first country with its 33 members, while Italy includes nowadays 10 Geoparks thanks to Pollino “new entry”. The Apuan Alps are still present in the Global list.

Oggi si sono conclusi i lavori del 4° Simposio dei Geoparchi dell’area Asia-Pacifico, in programma da martedì 15 settembre nelle città giapponesi di Toyooka e Tottori, sotto la regia organizzativa del San’in Kaigan Global Geopark. Passaggio istituzionale di fondamentale importanza, in cui l’Unesco doveva certificare, a consuntivo del 2015, la conclusione di diversi percorsi di ammissione e di rivalidazione all’interno della Global Geoparks Network.
In effetti, anche quanto stabilito per le Alpi Apuane, durante il recente Meeting e Conference di Rokua in Finlandia, doveva superare quest’ultimo passaggio formale.
 

Nella giornata di venerdì 18 settembre, il 4° Simposio ha ospitato proprio la riunione confermativa del GGN Bureau con l’obiettivo di compilaree, una volta per tutte, la lista ufficiale 2015 dei Geoparchi riconosciuti a livello globale.

I risultati di quell’incontro sono stati resi pubblici nel corso della cerimonia conclusiva dello stesso Simposio. Proprio ieri, Patrick Mc Keever (Responsabile della Earth Sciences and Geo-Hazards Risk Reduction Section dell’Unesco) ha ufficializzato le nuove ammissioni e le rivalidazioni. I nuovi Geoparchi sono complessivamente nove e portano il totale da 111 a 120. Essi sono Dunhuang (Cina), Gunung Sewu (Indonesia), Lanzarote (Spagna), Mout Apoi (Giappone), Pollino (Italia), Reykjanes (Islanda), Sitia (Grecia), Troodos (Cipro) e Zhijindong (Cina). 
Lo stesso Mc Keever ha poi confermato le rivalidazioni europee già anticipate a Rokua. Il cartellino verde, valevole quattro anni, scatta dunque per il Geoparco delle Alpi Apuane insieme ad Haute Provence (Francia), Vulkaneifel (Germania), Maestrazgo (Spagna), Terra Vita Nature (Germania), Copper Coast (Irlanda), Steirische Eisenwurzen (Austria), North West Highlands (Scozia), Naturtejo (Portugal), Sierras Subbeticas (Spagna), English Riviera (Inghilterra), Chemos Vouriakos (Grecia), Muskau Arch (Germania-Polonia), Burren and Cliffs of Moher (Irlanda), Massif du Bauges (Francia) e Villuercas-Ibores-Jara (Spagna).
Con questi verdetti si aggiorna dunque il panorama mondiale ed europeo dei Geoparchi, alla vigilia di importanti decisioni da parte dell’Unesco sul futuro della Rete, 
Oggi, sulla faccia del pianeta, i 120 Global Geoparks sono presenti in 33 diverse nazioni di cinque continenti. Il maggior contributo a questa lista è offerto dalla Cina con 33 membri, mentre l’Italia, seconda per numero, sale a quota 10.
Riguardo al continente europeo, le decisioni di Rokua, confermate ieri in Giappone, portano il numero dei Geoparchi europei a 69. Dunque, tutto come nelle più rosee aspettative. L’Italia esce a testa alta da questo tormentato 2015: il Parco nazionale del Pollino è il decimo Geoparco italiano e le Alpi Apuane si confermano nel gruppo.

Antonio Bartelletti

(20 settembre 2015)


Geoparco-Unesco: cartellino verde alle Apuane senza particolari raccomandazioni
Apuan Alps Global Geopark-Unesco: green card awarded without any serious points for improvement. EGN Coordination Committee votes unanimously this first revalidation since becoming a Global Geopark in 2011. The green score will give better visibility and stronger identity for our Geopark.

Il Coordination Committee della European Geoparks Network ha reso pubblico il proprio responso positivo nella giornata finale della 13.ma Conference della stessa organizzazione. Il Parco Regionale delle Alpi Apuane (altrimenti detto Apuan Alps Global Geoparks) continuerà, per i prossimi quattro anni, a far parte della Rete Globale dei Geoparchi, che svolge la propria attività sotto gli auspici e il controllo dell'Unesco. La consegna del diploma è avvenuta questa sera nel Geoparco di Rokua, non lontano da Oulu in Finlandia.
Risultato per niente scontato alla vigilia, nonostante i buoni giudizi espressi da due Valutatori della GGN, che hanno visitato le Apuane e valutato il lavoro del Geoparco nello scorso mese di giugno. Diversi fattori hanno reso l'esito non facilmente pronosticabile come in passato. In primo luogo si è registrata una più rigorosa e letterale applicazione delle regole di ammissione/conferma.

Non per niente, durante questa sessione annuale, solo tre su dieci aspiranti Geoparchi hanno superato l'esame. Anche in merito alle rivalidazioni quadriennali c'è stata una mano più pesante da parte del Coordination Committee. Dei sei Geoparchi ammessi nel 2011 insieme alle Apuane, ben due hanno ricevuto il cartellino giallo (Sierra Norte de Sevilla in Spagna e Katla in Islanda) e pertanto sono stati rimandati ad una prova suppletiva di riparazione tra due anni.
Ulteriore aspetto non secondario di criticità specifica per le Apuane si era già palesata durante la visita dei Valutatori per effetto di dossier ricevuti dalla Rete dei Geoparchi sulla gestione e controllo delle attività estrattive. Lungo il percorso di rivalidazione, il Parco delle Apuane ha avuto modo di dimostrare, con dati alla mano, la strumentalità, l'enfatizzazione e persino la falsità di molte informazioni trasmessi da soggetti avversi a prescindere al Geoparco, che qui non meritano alcuna citazione.
Il giudizio del Coordination Committee è risultato chiaro e netto nei confronti delle Alpi Apuane: esito favorevole a voto unanime con le sole raccomandazioni già scritte nel Revalidation Report. In sintesi, bisogna confermare il buon lavoro svolto nei primi quattro anni e rafforzarlo con politiche di networking, dando al progetto "Geoparco" maggiore visibilità ed identità.
Gran parte del Coordination Committee di Rokua è stato dedicato a quanto potrà accadere i primi di novembre a Parigi nell'Assemblea generale dell'Unesco. In quel contesto, la Rete globale potrebbe ottenere una promozione all'interno dei piani e progetti della medesima organizzazione internazionale delle Nazioni Unite. Le condizioni ci sono tutte e gli ultimi passaggi burocratici non dovrebbero recare sorprese in negativo.
Ultima doverosa citazione per i nuovi quattro Geoparchi europei che entrano da oggi a far parte di questa grande famiglia giunta ormai al numero totale di 69 membri. 
Un caloroso benvenuto agli amici di Reykjanes (Islanda), Pollino (Italia), Sitia (Grecia) e Troodos (Cipro).

Antonio Bartelletti

(5 settembre 2015)


Quale cartellino per il Geoparco delle Apuane? Il risultato a Rokua (Finlandia) dopo quattro anni nella GGN-Unesco
What card for the Apuan Alps Geopark? 
The result will be communicated in Rokua (Finland) during the 36th Coordination Committee Meeting of the European Geoparks Network.

Il giorno del responso per le Alpi Apuane arriverà in questo angolo ovattato della Finlandia settentrionale, tra foreste di pino silvestre e brughiere a licheni che ricoprono esker sabbiosi, al limite di paludi e laghi scavati dalla grande calotta glaciale pleistocenica. Paesaggi da cartolina nordica appena fuori l’albergo che ospita il Coordination Committee dell’EGN, riunito qui per il suo 36° Meeting, nel cuore più verde del Geoparco di Rokua. 
L’organo direttivo dei Geoparchi europei potrà prendere atto o meno dei giudizi e dei commenti riportati nel Revalidation Report, redatto e sottoscritto da Mahito Watanabe (Coordinatore del Gruppo di Ricerche Paleogeodinamiche del Servizio Geologico del

Giappone) e da Julian Atkins (Direttore del Geoparco Fforest Fawr e del servizio di gestione territoriale del Parco Nazionale di Brecon Beacons in Galles). 
Nello scorso mese di giugno, durante la loro missione nelle Alpi Apuane, questi due Valutatori hanno avuto modo di verificare di persona le principali attività e le strutture esistenti nel territorio del nostro Parco/Geoparco, misurando i progressi realizzati dopo quattro anni di adesione al Global Geoparks Network. Watanabe e Atkins hanno analizzato il lavoro svolto dalla struttura operativa del Parco/Geoparco, come è possibile leggere in modo esplicito nelle 22 pagine del loro Revalidation Report. Alcune loro frasi sono particolarmente significative, là dove si legge che i Geositi visitati durante la missione si trovano in buonissima condizione e sono forniti di una interpretazione di buona qualità dei fenomeni geologici presenti attraverso i pannelli illustrativi posti in opera. Inoltre, quello delle Alpi Apuane è visto come un giovane geoparco che è stato ben organizzato nei primi quattro anni di adesione alla Global Geoparks Network, con particolare riferimento a due attrazioni chiave per i visitatori: l'ApuanGeoLab di Equi Terme e la Geopark Farm di Bosa di Careggine. Inoltre, la carta geoturistica ed escursionistica (insieme alla gemella di carattere ambientale), la carta geomorfologica e neotettonica e i diversi dépliant hanno incrementato le informazioni per i visitatori. Nuovi itinerari sono stati realizzati, tra cui il percorso delle Marmitte dei Giganti del M. Sumbra e l'Area archeomineraria della Cappella. 
Ovviamente non tutto è stato ritenuto al top delle possibilità e dunque non sono mancate raccomandazioni per il futuro, soprattutto riguardo alla visibilità del Geoparco e alla necessità di farlo meglio distinguere, per attività e gestione, rispetto al Parco Regionale. Nel merito della questione cave, è stata riportata soltanto l'indicazione di sviluppare un progetto pilota sperimentale di recupero dei residui di lavorazione delle cave (ravaneti) per ridurre l'impatto sul paesaggio del Geoparco.
Se a Rokua sarà "Green Card" il Geoparco delle Alpi Apuane potrà permanere altri quattro anni nella Rete Globale dei Geoparchi.
 

Antonio Bartelletti

(2 settembre 2015)


Il Parco è primo nella graduatoria regionale per i progetti semplici di cooperazione internazionale
The Park project is at the top of the regional ranking concerning the international cooperation. The proposal is a first small step in support of the Tataouine Geopark in Tunisia. Democratization processes and sustainable local development are the general goals, despite the limited budget available.

Il Parco delle Alpi Apuane mette finalmente a segno un primo importante risultato nel campo della cooperazione internazionale, dopo alcuni tentativi non andati a buon fine su recenti bandi europei e nazionali. La Regione Toscana ha da poco pubblicato l’elenco dei “Progetti semplici 2015” ammessi a contributo, premiando la proposta avanzata nello scorso mese di maggio. In effetti, la graduatoria relativa all’asse “1- cooperazione internazionale”, vede il progetto del Parco collocarsi al primo posto di una lista di 19 soggetti proponenti, con 95,42 punti totali.
Il titolo del progetto ammesso a contributo è “educazione alla gestione territoriale partecipata quale elemento di sviluppo e consolidamento del processo democratico tunisino”. Al cuore della proposta vi è la necessità di operare un travaso di esperienze formative a favore dell’Office National des Mines di Tunisi e di alcune associazioni locali della regione di Tataouine, per consentire le condizioni utili

all’istituzione partecipata di un Geoparco nel sud dello stesso paese nord-africano. L’obiettivo generale è dunque contribuire, nel piccolo, ai processi di democratizzazione e decentramento in Tunisia, nonché sostenere lo sviluppo dei sistemi economici territoriali di un’area sensibile del Mediterraneo. Si tratta, in definitiva, di una primo concreta attuazione delle direttive presenti nel Protocollo d’intesa firmato lo scorso 5 dicembre tra il Parco/Geoparco delle Apuane e l’Office National des Mines (ovverosia il Servizio Geologico Nazionale della Tunisia).
Il “Geoparco dei Dinosauri” a Tataouine è veramente un obiettivo concreto e già verificato come fattibile dal Parco nel 2014, all’interno di un precedente “Progetto strutturante”, gestito dall’O.N.G. “Medina” di Borgo S. Lorenzo. Ad oggi, gli impedimenti all’istituzione dell’area protetta tunisina sono dipesi da diversi fattori, soprattutto di organizzazione dei servizi e di individuazione del soggetto gestore locale, all’interno di una cornice di difficili rapporti di comunicazione tra società civile e poteri pubblici centrali e periferici.
Il Progetto semplice 2015 ambisce dunque a costruire e promuovere un sistema economico territoriale basato sull’approccio e la metodologia della Rete Mondiale dei Geoparchi, così come definiti dall’Unesco, al fine di favorire i processi democratici insieme allo sviluppo locale sostenibile. Nonostante il limitato budget a disposizione (42.186 euro tra risorse investite e valorizzate), questa proposta prevede diverse azioni sinergiche, tra cui l’elaborazione di un piano formativo; uno stage di approfondimento teorico-pratico nel Parco/Geoparco delle Alpi Apuane; un seminario di restituzione dei risultati in Tunisia; la formazione di un Comitato di pilotaggio locale per l’istituzione del Geoparco, dove sia possibile tentare una mediazione dei conflitti legati alla gestione del territorio.
Il soggetto promotore del Progetto semplice 2015 è ovviamente il Parco Regionale delle Alpi Apuane con l’Office National des Mines come partner principale e corrispondente soggetto animatore sul territorio tunisino. L’organizzazione non-governativa locale è rappresentata dall’Association des Jeunes – Béni Khédache, senza dimenticare gli apporti conoscitivi ed esperienziali che verranno forniti dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse (I.G.G.) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.), nonché del Gruppo di Azione Locale (G.A.L.) Garfagnana Ambiente e Sviluppo.

Antonio Bartelletti

(24 agosto 2015)


“Fantasie della Terra”: una grande mostra fotografica di Luca Bracali a Bosa, Campocatino ed Orecchiella
“Fantasies of the Earth”: a great photo exhibition by Luca Bracali in Bosa Geopark Farm, Campocatino Information Point and Orecchiella Visitor Centre, from 8th to 23rt August 2015.

Le immagini fotografiche sono spesso dispensatrici di profonde emozioni e, quando alla tecnica si aggiunge l’arte, la foto d’autore si trasforma in oggetto di straordinaria comunicazione poetica. Luca Bracali – fotografo, documentarista ed esploratore – conferma tutto questo nella sua suggestiva mostra dal titolo “Fantasie della Terra”, in cui riesce a abilmente legare, nella dinamica delle immagini, inconsueti giochi di forme e di colore che, in certi luoghi e in certi momenti, la Terra sa regalarci.
A dire il vero i luoghi dell’esposizione di Luca Bracali sono addirittura tre ed insieme propongono un itinerario immaginifico tra l’Appennino e le Alpi Apuane attraverso la Garfagnana.

Tre mostre in contemporanea sia nel periodo e sia nell’orario di apertura. Da sabato 8 fino a domenica 23 agosto, dalle ore 10 alle 18. 
Nel Centro visitatori dell’Orecchiella, Luca Bracali propone “Tributo al Pianeta Terra”, mentre nell’antico edificio della Geopark Farm di Bosa di Careggine è di scena “2015 anno della Luce”, reinterpretazione personalissima del tema internazionale proclamato dalle Nazioni Unite ed affidato all’Unesco per il corrente anno. Conclude la proposta espositiva un tema floristico – “A Rose is a Rose is a Rose” – che trova accoglienza presso il Punto informazione del Parco a Campocatino, riaperto proprio da pochissimi giorni dopo un intervento di manutenzione.
Soprattutto le immagini delle due prime mostre sono un vero tributo al pianeta Terra. Bracali ne è convinto, quando racconta il suo lavoro come “è un doveroso omaggio al nostro mondo, quello che calpestiamo ogni giorno e nel quale siamo nati e cresciuti, al quale ognuno di noi credo debba rendere merito. E ognuno di noi – voglio immaginare – lo faccia a proprio modo. Io personalmente lo faccio con le immagini, sperando che siano esse motivo di stimolo e di rispetto verso quel mondo che ci è stato donato dai nostri genitori, ma che se continuiamo su questa strada non lasceremo certamente ai nostri figli”…
Come dargli torto… e, soprattutto, come rinunciare ad un’occasione irripetibile come questa…

Antonio Bartelletti

(14 agosto 2015)


Una settimana di immersione totale nelle Alpi Apuane: si è conclusa la visita dei Valutatori inviati dalla Rete mondiale
One week of full immersion in the Apuan Alps with two Evaluators designated by the Global Geoparks Network: their visit ended yesterday.

Al termine del quarto anno di partecipazione alla Rete mondiale dei Geoparchi è giunto il momento del tagliando di verifica per il Parco Regionale delle Alpi Apuane. Si tratta di una procedura ordinaria, a cui sono sottoposti ciclicamente tutti i membri della Rete, per consentire l’espressione di un giudizio corretto sulle iniziative messe in campo e sui miglioramenti organizzativi raggiunti. Dunque, un modo concreto di valutare, fatto di incontri diretti e di riscontri tangibili, dopo aver percorso in lungo e in largo tutta l’area protetta, seguendo un approccio pragmatico e di prima mano.
Nel meeting primaverile di Parigi, presso la sede centrale dell’Unesco, la EGN-GGN ha individuato i due Valutatori per le Alpi Apuane. La regola vuole che siano diversi da quelli di quattro anni fa e di

nazionalità differente tra di loro (ovviamente non italiana). Questa volta a farci visita è toccato ad un gallese e ad un giapponese, dopo aver studiato attentamente la copiosa documentazione a loro inviata, tra cui le schede di autovalutazione e le relazioni su quanto fatto nel quadriennio.
Da lunedì 15 a venerdì 19 giugno i due Valutatori sono stati nostri ospiti e hanno potuto partecipare a visite ed escursioni. Non sono mancati gli incontri con le “persone”, sia con amministratori del Parco e degli enti locali, sia con i diversi attori pubblici e privati a cui si devono le attività fondamentali del Geoparco. La classica audizione con gli stakeholder si è svolta martedì pomeriggio e ha dato luogo ad un dibattito quanto mai interessante perché valorizzato da posizioni e considerazioni tra di loro articolate. Differenze di vedute emergono naturalmente quando si è costretti a trarre un bilancio tra le aspettative iniziali e i risultati offerti dalla partecipazione alla Rete dei Geoparchi. Ad ogni modo, sono stati di gran lunga prevalenti gli interventi di coloro che hanno visto il bicchiere mezzo pieno e forse di più.
La visita – preventivamente concordata con i due Valutatori – ha passato in rassegna le principali attività e strutture esistenti nel territorio delle Alpi Apuane. Dalla Geopark Farm di Bosa di Careggine, con il suo concentrato di servizi ed iniziative agricolo-naturalistico-didattiche, fino alla fruizione delle opportunità geoturistiche del Corchia Underground System di Levigliani di Stazzema. Nel ricco programma svolto non potevano mancare nuove e recenti offerte di documentazione e valorizzazione territoriale (ApuanGeoLab di Equi Terme, percorso attrezzato delle “Marmitte dei Giganti” del M. Sumbra, ecc.), a fianco di strutture e proposte territoriali ormai consolidate (Orto Botanico di Piano della Fioba, Area archeomineraria della Pieve della Cappella, ecc.).
Intervallati ad incontri ed itinerari di fruizione guidata, si sono tenuti diversi eventi di degustazione di piatti e prodotti della tradizione eno-gastronomica diversamente diffusa nelle varie aree culturali delle Alpi Apuane. Questa particolare proposta di lettura della qualità del territorio non si è svolta unicamente presso ristoranti o altre strutture certificati dal Parco. In effetti, una specifica iniziativa – estratta dal programma 2015 di “Cibiamoci di Parco” – ha avuto luogo presso la Geopark Farm di Bosa di Careggine, con proposte innovative di utilizzo in cucina di prodotti locali di qualità biologica.
Quasi al termine della visita, è stato offerto un momento di suggestione particolare nella splendida cornice di cime che fa da ali al Monte Forato. Con piacevole sorpresa, i due Valutatori hanno partecipato, come ospiti d’onore, al concerto di aree pucciniane che apriva la 18.ma edizione del Festival “Solstizio d’Estate”, dopo aver preso parte alla cena popolare per le strade di Volegno di Stazzema.

Antonio Bartelletti

(20 giugno 2015)


Da miniere e minerali nuovi stimoli per promuovere il patrimonio geologico in Alta Versilia
New ideas originate from mines and minerals to promote the geological heritage in Alta Versilia.

Il Comune di Stazzema ha puntato forte sulla 7a Giornata Nazionale delle Miniere, proponendo un programma ben condito di convegni sul patrimonio archeominerario, mostre di minerali rari dell’area ed escursioni a siti minerari dismessi. Molti enti ed associazioni hanno aderito a questa prima edizione versiliese di un evento nazionale che l’ISPRA è riuscita a concentrare nelle giornate di sabato 30 e domenica 31 maggio 2015 in ben 47 diverse località italiane. Anche il Parco delle Alpi Apuane ha voluto recare il proprio contributo e lo ha fatto con un sostegno organizzativo tangibile al programma stazzemese, a dimostrazione di quanta importanza riponga nella conservazione e valorizzazione degli ex siti minerari compresi nel proprio territorio, soprattutto distribuiti nell’area dell’Alta Versilia.
Di tutto il programma – stilato dai consiglieri comunali Olobardi e Tovani – particolare rilievo ha assunto il Convegno sul “Patrimonio archeominerario versiliese”, 

tenutosi presso l’albergo “Raffaello” di Levigliani nel pomeriggio di sabato scorso.
Ancora una volta, la relazione introduttiva di Cristian Biagioni ha aggiornato un quadro in rapidissimo divenire sulle nuove scoperte mineralogiche soprattutto nei siti minerari dell’Alta Versilia. Meno di due anni fa, durante un analogo incontro, lo stesso relatore ricordava le 25 nuove specie rinvenute nelle Apuane dal 1852 ad oggi, con un impennata clamorosa nelle scoperte a partire dagli anni 90 dello scorso secolo. Ad oggi, altre 5 nuove specie mineralogiche si sono aggiunte al report del 2013, portando così il totale provvisorio a 30, anche perché ulteriori acquisizioni si profilano all’orizzonte. Va inoltre detto che, di queste nuove specie, ancora 14 risultano esclusive di località tipo delle Alpi Apuane in cui sono state scoperte. 
I nomi delle “new entries” sono al solito curiosi e talvolta non particolarmente facili e musicali all’ascolto. Fa piacere comunque che una di queste emergenze mineralogiche – chiamata andreadiniite – sia stata dedicata proprio ad Andrea Dini, un valente e giovane studioso dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR di Pisa, che in passato ha collaborato anche con il Parco.
A parere di Cristian Biagioni, la ricchezza minerale delle Apuane non va stimata soltanto con le esclusività mondiali, ma pure con la geodiversità mineralogica presente nello stesso territorio. In effetti, degno di nota è pure il numero complessivo delle specie qui presenti – oggi quantificato in 275 – e soprattutto le diverse mineralizzazioni rinvenibili in vari siti minerari. Negli ultimi tempi – ad esempio – presso l’ex Miniera di Monte Arsiccio, vicino a S. Anna di Stazzema, hanno destato un interesse internazionale proprio le mineralizzazioni a tallio, mercurio ed arsenico, entro cui – tra l’altro – sono stati rinvenuti alcuni solfosali esclusivi. Questo cantiere minerario, quasi trascurato in passato dagli studi di mineralogia, è balzato improvvisamente agli onori della cronaca, dimostrandosi un potenziale geosito mineralogico di valore globale. Sulla scia di queste ricerche di base è stato possibile anche scoprire l’alto tasso di tallio presente nelle acque superficiali e soprattutto in quelle destinate al consumo umano nell’area di Valdicastello Carducci, che si trova immediatamente a valle delle ex Miniere di Monte Arsiccio e Pollone.
Mai come in questo caso, da una ricerca di base sono venute conoscenze inattese per sviluppi applicativi, sia verso la promozione del patrimonio geologico, sia per la tutela della salute delle popolazioni residenti.

Antonio Bartelletti

(5 giugno 2015)


Proposta “Geoparchi-Unesco”. Gli ultimi due scalini prima della meta?...
“Unesco-Geoparks” Proposal. Will they be the last two steps before the finish?...

Il quartier generale dell’Unesco ha accolto i rappresentanti dei 64 Geoparchi europei per il consueto incontro di primavera del Comitato di coordinamento, in una Parigi supercontrollata dalle forze dell’ordine e sferzata da un vento freddo quasi invernale. La speranza è che sia uno degli ultimi Meeting dell’EGN sulla via di un traguardo tanto atteso, ovverosia il riconoscimento come “Iniziativa Unesco” dell’attività europea e mondiale dei Geoparchi. In verità, manca ancora un passaggio intermedio a fine aprile all’interno dell’Executive Board, a cui dovrebbe aggiungersi un passaggio finale, a novembre, presso la General Conference. 

I responsabili della Rete europea esprimono oggi un cauto ottimismo, ma nessuno di loro si sbilancia, perché le sorprese possono nascondersi dietro l’angolo e non c’è autorità che possa garantire il risultato al di là del merito.
Si ricorda che il percorso verso l’Iniziativa “Unesco-Geoparks” è iniziato formalmente nel novembre 2011, con l’approvazione della risoluzione 36 C/14 da parte della Conferenza Generale dell’Unesco. Il mandato è stato quello di esplorare la possibilità di definire un futuro ruolo della stessa organizzazione internazionale nel campo della conservazione e valorizzazione del patrimonio geologico, cooperando con la Rete Globale dei Geoparchi.
Il 35° Meeting di Parigi, concluso da pochi giorni, ha lasciato significativo spazio a questo tema di grande attualità nella giornata iniziale. Oltre il pregio e la considerazione conseguibili da un simile obiettivo, l’intero movimento dei Geoparchi comprende bene quali scenari e quanti benefici potrebbero aprirsi in futuro. Non solo una più stretta collaborazione e un controllo più accurato da parte dell’Unesco, non solo lo sviluppo di sinergie con altri progetti e programmi internazionali, ma anche la possibilità di usare il logo prestigioso della stessa organizzazione internazionale.
Durante il Meeting dell’EGN è avvenuta anche l’elezione del Coordinatore, del Vice-Coordinatore e dell’Advisory Committee, con una sostanziale conferma delle figure uscenti. Si segnala, in particolare, Nickolas Zouros come Coordinatore continentale e Maurizio Burlando come componente del Comitato consultivo. 
Inoltre, il Comitato di coordinamento ha proclamato il Geoparco di Lanzarote in Spagna 65° membro della Rete europea e ha ammesso, alla prova dei valutatori, 10 nuovi aspiranti Geoparchi europei, tra cui il Parco nazionale del Pollino. Le rivalidazioni per il biennio 2014-2015 ammontano addirittura a 18, tra cui quella delle Alpi Apuane.
Durante un’iniziativa collaterale al Meeting, incentrata sull’esposizione di prodotti tipici dei Geoparchi europei, il Coordinatore nazionale Aniello Aloia ha organizzato un breve incontro tra i rappresentati italiani e il dott. Francesco Tafuri, Delegato permanente aggiunto dell’Italia presso l’Unesco. Quest’ultimo ha significato ai presenti l’interesse e l’attenzione della delegazione diplomatica italiana verso gli sviluppi del progetto “Geoparchi”, augurando il miglior risultato in sede Unesco.

Antonio Bartelletti

(7 aprile 2015)


Paesaggi apuani in controluce…
Apuan Alps’ landscapes against the light…

“Saepius opinione quam re laboramus”
(Seneca, Epist., 13, 4)

Finalmente! Abbiamo il Piano paesaggistico. 
L’avverbio non può ancora tributare valore ad un lavoro così faticoso e sofferto, ma sancire soltanto che la lunga attesa è giunta al suo termine. Per giudicare il Piano regionale bisognerà leggerlo attentamente e soprattutto bisognerà metterlo in opera. Più che la conoscenza, più che la comprensione, sarà decisiva l’applicazione. Solo a quest’ultimo punto potremo stabilire il valore e l’efficacia di ogni sua parte.
L’osservazione non sembri ovvia e scontata, perché molti, negli ultimi mesi, hanno parlato del Piano paesaggistico senza neppure conoscerlo, senza

averne sfogliato una pagina. E spesso lo hanno fatto per puro esercizio ideologico, prendendo parte alla disputa a prescindere da una valutazione serena nel merito. La difesa di interessi profondamente sentiti spiega forse i loro impulsi istintivi, ma non potrà mai salvarli dal peccato di presunzione. 
Che dire poi della nutrita schiera di cattivi maestri che hanno voluto stonare in questo melodramma. Conoscevano bene il pezzo dalla melodia semplice e allineata sui toni medi, ma più forte è stata la tentazione di stupire con inutili virtuosismi. E così i soliti tromboni, imbracciato il piffero magico, sono saliti di più ottave e hanno fischiato in falsetto le note del pentagramma. Nel baratro della disonestà intellettuale hanno poi spinto gli allievi idioti al loro seguito. Né i maestri, né i discepoli si salveranno dal peccato di ipocrisia.
Vanno poi ricordate le mirabili gesta compiute dall’opposta riva, dove non è stata soltanto legittima difesa dei propri interessi e profitti. Ingiusto è farsi scudo di paure e ansie di operai e famiglie che, con fatica e sudore, hanno costruito le loro fortune. Inutile e vano è agitare lo spettro della crisi, perché non ci sarà miseria irreparabile nel futuro. La ricchezza strappata alla natura troppo voracemente, può essere meglio centellinata come il più nobile dei vini. Un sorso breve e meno frequente, per un benessere più diffuso e prolungato. È quasi impossibile che questi uomini si salvino dal peccato di avidità.
In primavera avevamo scritto che non ci sarebbero stati vincitori tra le parti in lotta e così è stato poiché tutti oggi sono scontenti. Qualcuno ha poi detto che, intorno al Piano, si è combattuta una battaglia di lobbies e non ha sbagliato. Non c’è da stupirsi del fatto in sé, ma dell’intensità della tempesta mediatica scatenata. 
Il Parco ha assistito in un silenzio claustrale assoluto ed è stato spettatore ferito da uno scontro senza precedenti, dove si è mescolato pregiudizio, ignoranza e falsità. Si è preferito non replicare alle offese gratuite, alle palesi falsità e ai giudizi immotivati, confidando nel tempo come il migliore giudice di fatti e comportamenti.
Rimangono comunque i dossier ignobili fatti circolare, trasformati in libelli infamanti e diffamatori. Rimangono le ferite morali subite, soprattutto quando si voleva fare del Parco il capro espiatorio di tutto. Non si conoscono ancora i danni patiti, perché il loro effetto è rimandato nel tempo.
Oggi, il Parco accoglie il Piano paesaggistico senza emozioni e non prova né gratificazione, né amarezza. La reazione sarebbe stata la stessa in qualsiasi modo fosse stato scritto. È un atto sovraordinato e dunque va solo messo in pratica nella sua espressione autentica ed originale, senza adattamenti applicativi. Non si chieda al Parco di smussare o di acuire gli eventuali spigoli, perché non c’è modo di interpretare un disegno fatto da altri. Così è e così resta, per merito o difetto di chi lo ha voluto.
Vorrei concludere con la visione ermetica di un panorama delle Alpi Apuane in controluce. Interposto tra l’osservatore e il sole, questo paesaggio può essere lo specchio di come saranno queste montagne in futuro per effetto di questo Piano. L’immagine non è chiara perché non scarta nessuna delle ipotesi sul campo. Guardare un panorama in controluce è come guardarlo in trasparenza, dare risalto ai contorni illuminati e rendere più netti gli skyline. Ma un paesaggio in controluce è anche un’immagine priva di dettagli, con le ombre che appiattiscono e negano la percezione delle cose.
In una sorta di Rashomon proiettato in avanti, tutte le ipotesi future hanno diritto di asilo oppure nessuna di esse è completamente vera. L’immagine vuole forse dimostrarci come tutto sia relativo e come ogni realtà abbia più di un volto e più di una ragione…

Antonio Bartelletti

(28 marzo 2015)


Più tutela della geodiversità in Toscana anche grazie al Geoparco
In Tuscany more protection for geodiversity thanks to the Geopark too

La nuova legge Toscana sulla conservazione e valorizzazione del patrimonio naturalistico-ambientale presenta alcune novità di tutto rilievo, anche rispetto al quadro normativo nazionale. Tra queste è da segnalare l’attenzione rivolta al riconoscimento della geodiversità e alla sua promozione. Alcuni articoli della legge pongono, quasi sullo stesso livello, la biodiversità e la geodiversità del territorio regionale, poiché aspetti correlati e tra loro inscindibili della diversità ambientale della Toscana.
Particolare soddisfazione offre la lettura dell’art. 67, comma 2, in cui la Regione Toscana esprime, a chiare lettere, la volontà di concorrere alla conservazione e valorizzazione del patrimonio geologico e della geodiversità, attraverso il riconoscimento dei geositi

d’interesse regionale. Non si tratta di una mera dichiarazione di principio e di soli intenti, poiché altri due articoli della nuova legge – il n. 95 e il 199 – sono specificamente dedicati all’argomento con indirizzi operativi. 
E pensare che tutto è partito, la scorsa estate, da una proposta di legge che quasi cancellava o, comunque, riduceva ai minimi termini l’interesse conservazionistico verso i siti geologici. In modo del tutto irrituale, la norma originale intendeva far sopravvivere soltanto quei “geotopi” (così ancora chiamati) convertibili in parchi, riserve naturali o come SIC o ZPS. Una cosa difficile a realizzarsi e dunque destinata a non produrre effetti, tenuto conto delle modeste dimensioni di tali beni e del prevalente, se non esclusivo, loro valore geologico. 
Per fortuna, c’è stata una correzione in corso d’opera, a seguito delle puntuali osservazioni presentate da Federparchi alla Regione Toscana. In questi ultimi mesi, la Sesta Commissione consiliare è ritornata sull’argomento e ha fatte proprie molte considerazioni sulla geodiversità, traducendole poi in norma definitiva. Quello sui geositi, in particolare, è stato un emendamento presentato da Federparchi, ma che nasce dalla stesura affidata allo Staff tecnico del Geoparco delle Alpi Apuane, sulla base dell’esperienza maturata in questi anni. 
Oggi, la nuova legge consente di arrivare finalmente ad un elenco regionale dei geositi, a conclusione di un censimento da effettuarsi secondo principi praticabili e metodologie attendibili, che devono riferirsi a quanto stabilito dall’ISPRA in sede nazionale. La proposta di Federparchi richiedeva soprattutto la tutela e la conservazione della geodiversità, mentre la nuova legge ha mitigato l’azione vincolistica in “riconoscimento e valorizzazione”. Tuttavia, è stata sancita l’identificazione dei geositi d’interesse regionale come “invarianti strutturali” e dunque è riconosciuta una loro specifica tutela all’interno degli strumenti di pianificazione territoriale e negli atti di governo del territorio, a qualsiasi livello. Vi è poi il comma 6 dell’art. 95 che offre la possibilità – ai parchi regionali, agli enti locali e alla stessa Regione – di promuovere progetti di valorizzazione e di educazione ambientale sui geositi di propria competenza, in attuazione di obiettivi determinati dal Piano Ambientale ed Energetico Regionale.
Una piccola criticità rimane ancora nella definizione di “geositi”, poiché il nuovo provvedimento ha voluto conservare quanto scritto nell’art. 2 della L.R. 56 del 2000. Si tratta di un’enunciazione un po’ datata, che parla ancora e soltanto di forme naturali del territorio e non di strutture geologiche e neppure di elementi, zone o località. Sembra poi che il valore dei geositi sia soltanto quello ambientale, scientifico e didattico, non tenendo conto di altri valori d’uso, entrati a titolo definitivo negli assessment method, tra cui il valore economico, ricreativo, culturale, estetico, ecc.
Inoltre, l’art. 119 della nuova legge detta disposizioni transitorie per la verifica dei geositi già riconosciuti con atti straordinari del Consiglio Regionale, per recuperare i ritardi nell’applicazione delle vecchie norme sui geotopi. In particolare, la disposizione transitoria si pone l’obiettivo di non disperdere il lavoro svolto durante i censimenti dei geositi nelle province di Siena e Grosseto.
La nuova legge dimostra un rinnovato e più forte interesse verso il patrimonio geologico regionale non soltanto con le norme riguardanti la geodiversità. Ancora prima dell’annunciata riforma della legge nazionale n. 394/91, questa omologa legge regionale riconosce ai parchi nazionali geominerari il diritto di entrare, a pieno titolo, nel sistema delle aree naturali protette. I contenuti dell’art. 2, comma 2, premiamo dunque le battaglie condotte dal Parco tecnologico-archeologico delle Colline Metallifere (Tuscan Mining Geopark) per questo “storico” riconoscimento.

Antonio Bartelletti

(3 marzo 2015)


Da Forum a Commissione nazionale: il coordinamento dei Geoparchi italiani cambia nome e prospettiva
From Forum to National Commission:
the Italian Geoparks Organization changes its name and outlook

La riunione di martedì 17 febbraio a Roma, ha segnato un passo decisivo per il futuro prossimo venturo dei Geoparchi italiani. Nel cambio del nome c’è l’ambizione di poter rappresentare ancora meglio i molti interessi, istituzionali ed associativi, che ruotano attorno alla gestione del patrimonio geologico italiano.
Da ora in avanti sarà la Commissione nazionale dei Geoparchi e non più il Forum a presentarsi come interlocutore della Global Geoparks Network, in attesa degli sviluppi in corso presso
l’Unesco.

Per la definitiva composizione della Commissione saranno necessari solo piccoli aggiustamenti ed alcune integrazioni di rappresentanza, sempre con il principio di lasciare ai Geoparchi italiani il ruolo prevalente nella Commissione e le funzioni di motore delle iniziative e delle attività.
La decisione unanime è venuta a seguito di un confronto con il Coordinatore europeo, Nickolas Zouros, presente alla riunione di Roma, dopo la sua illustrazione d’apertura sugli ultimi incontri del Working Group di Parigi e dei risultati ad oggi ottenuti verso il riconoscimento dell’iniziativa “Unesco Global Geoparks”.
Nel prosieguo dell’incontro, presieduto dal coordinatore nazionale, Aniello Aloia, sono stati illustrati e discussi ulteriori punti dell’ordine del giorno. Tra questi la rivalidazione dell’Apuan Alps Geopark, alla fine del quadriennio, nonché le problematiche del personale che operava presso il Parco Regionale delle Madonie. Riguardo ai provvedimenti della Regione Sicilia, sul reintegro di personale da anni comandato alle Madonie, è stata espressa solidarietà e sostegno ai dipendenti colpiti da una scelta che rischia pesantissime ripercussioni sull’operativa del Geoparco.
In conclusione, di tutto rilievo è stata la decisione di tenere il 7° Workshop dei Geoparchi in Italia, dal 10 al 14 giugno, presso il Sesia Val Grande Geopark. Tema del 2015 sarà: “Raccontare il pianeta Terra: esperienze di comunicazione e di divulgazione dei valori geoambientali”. L’iniziativa sarà pure collegata all’Expo 2015 di Milano, con il probabile contributo dei Gal siciliani collegati ai Geoparchi.
Nel primo pomeriggio, la Commissione dei Geoparchi si è recata al Vittoriano per visitare la mostra d’argomento geostorico dal titolo “L’Egeo: la creazione di un arcipelago”, in programma fino al 27 febbraio. Guida d’eccezione, Nickolas Zouros, tra i curatori di questa iniziativa di grande rilievo, che ha destato l’attenzione e l’interesse dei presenti. L'esposizione fa parte del progetto “Roma Verso Expo” ed offre ai paesi che interverranno alla rassegna di Milano 2015 l’opportunità di presentare nella capitale italiana i progetti della loro partecipazione all’evento “universale”.

Antonio Bartelletti

(18 febbraio 2015)


 
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